Fornitura esterna in pasticceria: opportunità di business o voragine finanziaria mascherata? Troppe pasticcerie si illudono di guadagnare fornendo bar, hotel e ristoranti, ma i numeri raccontano una storia diversa. Scopri perché le forniture esterne potrebbero essere la trappola invisibile che sta erodendo i tuoi profitti e come un controllo maniacale dei numeri può salvarti dal disastro finanziario.
“Abbiamo appena firmato un contratto per rifornire cinque bar del centro! Questo porterà 5.000€ di fatturato in più al mese!”
Quante volte abbiamo sentito pasticceri entusiasti annunciare nuovi accordi di fornitura esterna con l’eccitazione di chi ha trovato il sacro Graal del business? La prospettiva di un fatturato garantito, ordini regolari e la possibilità di produrre in orari meno frenetici sembra irresistibile.
Ma abbiamo visto troppi bilanci con Pasticcere Imprenditore, analizzato troppe pasticcerie in difficoltà, per non riconoscere uno dei pattern più pericolosi e ricorrenti: le forniture esterne sono spesso una trappola finanziaria mascherata da opportunità di business.
La verità, supportata da dati concreti e analisi approfondite, è che molte pasticcerie stanno letteralmente pagando i loro clienti per mangiare i loro prodotti. Suona assurdo? Eppure è esattamente ciò che accade quando i costi reali completi non vengono calcolati correttamente.
Il problema inizia con calcoli semplicistici che creano l’illusione del profitto. Ecco come molti pasticceri valutano (erroneamente) la redditività delle forniture esterne:
Per una fornitura di 100 cornetti al giorno a un bar locale:
Voce | Calcolo |
Prezzo di vendita | 0,60€ per cornetto |
Costo ingredienti | 0,32€ per cornetto |
Profitto apparente | 0,28€ per cornetto |
Profitto giornaliero | 28€ |
Profitto mensile | 728€ |
Con questi numeri, la fornitura sembra estremamente vantaggiosa. Ma questa matematica è drammaticamente incompleta e fuorviante.
Quando si considerano tutti i costi coinvolti nella fornitura esterna, il quadro cambia radicalmente:
Voce | Calcolo |
Prezzo di vendita | 0,60€ per cornetto |
Costo ingredienti | 0,25€ per cornetto |
Costo manodopera diretta | 0,09€ per cornetto |
Ammortamento attrezzature | 0,03€ per cornetto |
Energia per produzione | 0,03€ per cornetto |
Costi di consegna (autista, carburante, veicolo) | 0,10€ per cornetto |
Tempo gestione ordini e amministrazione | 0,04€ per cornetto |
Quota parte affitto e utenze | 0,10€ per cornetto |
Costo totale reale | 0,64€ per cornetto |
Perdita effettiva | -0,04€ per cornetto |
Perdita mensile | -104€ |
La realtà sconcertante è che molte pasticcerie stanno perdendo denaro con ogni singolo prodotto fornito all’esterno, e lo fanno su larga scala, erodendo significativamente i profitti generati dalle vendite dirette.
Analizziamo in dettaglio i costi nascosti che vengono sistematicamente ignorati quando si valutano le forniture esterne:
Non si tratta solo del carburante, ma di un complesso di costi che include:
Per una fornitura che richiede 30 minuti di consegna al giorno, il costo reale può facilmente superare i 20-25€, che su 100 cornetti rappresenta 0,20-0,25€ per pezzo. Mi auguro che tu non assuma un autista solo per 100 cornetti al giorno, men che meno ti prenda tu l’impegno di consegnarli…
I prodotti destinati alle forniture esterne richiedono generalmente imballaggi più robusti e professionali:
Questi materiali possono incidere per 0,05-0,10€ per prodotto, un costo raramente conteggiato. Non l’abbiamo inserito nel calcolo, perché sappiamo quello che “dovrebbe” essere fatto ma anche quello che “viene” fatto, ed ecco che i cornetti vengono buttati dentro le prime scatole che capitano (non nascondiamoci dietro ad un dito, eh).
Il tempo dedicato a:
rappresenta un costo significativo che può incidere per 50-100€ mensili su una fornitura di medie dimensioni.
Le forniture esterne spesso includono accordi per il reso dell’invenduto o sostituzione dei prodotti difettosi. Anche con un tasso conservativo del 5%, l’impatto finanziario è sostanziale e raramente viene contabilizzato nel calcolo iniziale. Non l’abbiamo conteggiato perché non tutti lo accettano.
Mentre i costi vengono sostenuti immediatamente, i pagamenti delle forniture arrivano spesso con 30, 60 o addirittura 90 giorni di ritardo. Questo costo finanziario (liquidità bloccata, eventuale ricorso a fidi bancari) è quasi sempre ignorato. Ed è un problema gravissimo.
Per illustrare quanto sia pericolosa questa trappola, analizziamo il caso reale di una pasticceria cliente di Pasticcere Imprenditore.
La pasticceria, attività storica con un ottimo laboratorio, aveva sviluppato un’importante rete di forniture esterne:
Il fatturato mensile dalle forniture esterne era di circa 15.000€, con un apparente margine del 70% considerando solo il costo degli ingredienti. Il titolare era convinto che le forniture esterne rappresentassero la parte più redditizia del suo business.
L’analisi approfondita condotta utilizzando Pasticcere Pro ha rivelato una realtà scioccante:
Particolarmente critica era la situazione dei cornetti forniti a un bar di lusso a 0,55€ ciascuno, con un costo reale di 0,80€ per pezzo a causa di:
In pratica, la pasticceria stava perdendo 0.25€ per ogni cornetto venduto a questo cliente “prestigioso”, per un totale di oltre 1.200€ al mese solo per questo.
Dopo aver implementato un controllo maniacale dei numeri e rinegoziato o terminato le forniture non redditizie:
Questo caso dimostra come un fatturato più basso possa tradursi in profitti significativamente più alti quando i numeri vengono analizzati correttamente.
Un aspetto particolarmente insidioso delle forniture esterne è la costante pressione al ribasso sui prezzi. Questo fenomeno è alimentato da diversi fattori:
Molti bar e ristoranti selezionano i fornitori principalmente in base al prezzo, non alla qualità. Questo spinge le pasticcerie a competere al ribasso, spesso scendendo sotto la soglia di redditività.
Erroneamente, molti pasticceri credono che margini più bassi possano essere compensati da volumi maggiori. Questa logica è fallace quando il margine è già negativo: volumi maggiori significano semplicemente perdite maggiori.
“Se loro lo vendono a quel prezzo, devo farlo anch’io”. Questo ragionamento ignora che:
Il timore di perdere un cliente importante porta spesso ad accettare condizioni economicamente insostenibili, in un circolo vizioso che erode progressivamente i margini.
“Spesso si tendono a trascurare i costi e si finisce con il vendere prodotti sottocosto, soprattutto se si fanno forniture esterne. Ma in generale se si lavora tanto e in tasca resta poco, molto spesso il problema è questo e si fanno i prezzi copiando dalla concorrenza.”
Analizzando i bilanci di oltre 100 pasticcerie clienti di Pasticcere Imprenditore, emergono dati illuminanti sull’impatto delle forniture esterne:
Nelle nostre analisi abbiamo riscontrato situazioni paradossali ricorrenti:
Questi scenari sono il risultato diretto di una mancanza di controllo numerico rigoroso e di analisi finanziarie incomplete.
Per evitare la trappola delle forniture in perdita, è essenziale implementare un metodo di calcolo scientifico e completo:
Prezzo Minimo = (Costo Ingredienti + Manodopera + Energia + Ammortamenti +
Packaging + Consegna + Amministrazione + Quota Costi Fissi) ÷
(1 – Percentuale Resi) × (1 + Margine Desiderato) ×
(1 + Fattore Dilazione Pagamento)
Questa formula garantisce che tutti i costi siano coperti e che sia incluso un margine di profitto adeguato.
Per un cornetto con:
Il prezzo minimo dovrebbe essere:
(0,25€ + 0,25€) ÷ (1 – 0,05) × (1 + 0,25) × 1,03 = 1,23€
Accettare un prezzo inferiore a 1,23€ significa vendere in perdita, indipendentemente dal volume.
Un errore comune è applicare lo stesso prezzo per le vendite al banco e per le forniture esterne. In realtà, i prezzi delle forniture dovrebbero essere calcolati separatamente, considerando i costi specifici aggiuntivi.
Il prezzo per le forniture dovrebbe generalmente essere del 10-15% superiore rispetto al prezzo di vendita al dettaglio, non scontato come erroneamente si tende a fare. Perché? Perché la struttura la paghi uguale, ma l’autista è solo per gli esterni.
Abbiamo visto troppe volte forniture in perdita analizzando i bilanci delle pasticcerie. L’unica soluzione è implementare un controllo maniacale e sistematico dei numeri.
Il controllo deve essere:
Solo attraverso questo monitoraggio costante è possibile identificare tempestivamente le forniture problematiche e intervenire prima che causino danni significativi.
Un controllo maniacale dei numeri richiede strumenti adeguati. Pasticcere Pro è stato sviluppato specificamente per rispondere a questa esigenza, con funzionalità dedicate all’analisi delle forniture esterne:
L’implementazione di Pasticcere Pro per l’analisi delle forniture esterne permette di:
Le forniture esterne non sono necessariamente da evitare, ma devono essere gestite con estrema attenzione. Ecco le strategie che abbiamo visto funzionare:
Quando i numeri mostrano una fornitura in perdita, la rinegoziazione deve essere supportata da analisi dettagliate che mostrano i costi reali. Questo approccio professionale è più efficace di un generico “devo aumentare i prezzi”.
Non tutti i clienti sono uguali. Privilegiare quelli che:
Raggruppare le consegne per zona, implementare un minimo d’ordine per consegna, standardizzare gli orari di consegna: queste semplici ottimizzazioni possono ridurre significativamente i costi.
Sviluppare prodotti specifici per le forniture esterne che:
Includere nei contratti clausole che proteggano la redditività:
Controintuitivamente, rifiutare determinate forniture può essere la decisione più saggia. Ecco quando è meglio dire “no”:
Dire “no” a una fornitura non redditizia:
Come dice un vecchio adagio nel business: “Non è ciò che fai, ma ciò a cui rinunci che determina il tuo successo”.
Le forniture esterne rappresentano una delle trappole più insidiose nel settore della pasticceria, ma possono essere trasformate in un’autentica opportunità con il giusto approccio.
La differenza tra pasticcerie che perdono denaro e quelle che prosperano con le forniture esterne non sta nella qualità dei prodotti o nella capacità produttiva, ma nell’implementazione di un controllo maniacale dei numeri.
Abbiamo visto troppe volte forniture in perdita analizzando i bilanci. La verità è che molti pasticceri stanno inconsapevolmente finanziando i caffè e le colazioni dei clienti dei loro clienti, erodendo progressivamente non solo i margini ma la sostenibilità stessa della loro attività.
La buona notizia è che questo problema ha una soluzione concreta: analisi rigorose, calcoli completi e decisioni basate sui dati, supportate da strumenti come Pasticcere Pro progettati specificamente per questa sfida.
Le forniture esterne possono essere una componente redditizia della tua pasticceria, ma solo quando ogni singolo costo è contabilizzato correttamente e ogni prezzo è stabilito scientificamente.
Vuoi scoprire se le tue forniture esterne stanno realmente generando profitti o sono una zavorra nascosta che affossa i tuoi bilanci? Prenota una consulenza con Pasticcere Imprenditore e ricevi un’analisi dettagliata della redditività delle tue forniture.
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